📰NEWSLETTER PLANET HOUSE📰 - CLAUSOLA COVID NEI CONTRATTI DI LOCAZIONE: COS'È E COSA PREVEDE
Che la si chiami clausola Covid o di salvaguardia o di forza maggiore poco importa, quel che conta è inserirla all’interno del contratto di locazione prima che esso venga redatto. Ma in cosa consiste esattamente? E in caso di contratti già in essere, che cosa si può fare? Bisogna capire al meglio in che modo conduttore e locatore possono tutelarsi, in particolar modo in questo difficile momento storico caratterizzato dall’emergenza coronavirus,
L’emergenza
coronavirus è tornata a farsi sentire con forza. Se in questo periodo si decide
di affittare un immobile, locatore e conduttore cosa devono fare?
Innanzitutto, bisogna
distinguere tra una persona fisica che vuole locare un appartamento a uso
abitativo e un imprenditore che vuole avviare un’attività commerciale.
Partiamo
dall’abitativo. Come procedere in questo caso?
In ambito abitativo, oggi il
conduttore, che eventualmente svolge un’attività che viene chiusa o che subisce
le conseguenze di un Dpcm come quello in corso, può pretendere di inserire una
specifica clausola nel contratto di locazione. Con tale clausola si può
pretendere che, qualora intervenga un Dpcm che genera un’interruzione
dell’attività lavorativa, si proceda a una rinegoziazione del contratto oppure
a una sospensione o a una riduzione del canone.
Questo
come si può fare?
La specifica clausola deve
essere inserita prima di stipulare il contratto di locazione. E’ necessario
esaminare la situazione concreta. Per poter pretendere una cosa del genere, il
conduttore deve far presente che la propria attività lavorativa potrebbe essere
a rischio in caso di una chiusura. Sulla base di questo presupposto, prima di
redigere il contratto, può pretendere l’inserimento di una clausola ad hoc.
In caso
di contratto in corso, cosa accade?
Tutti i contratti in corso,
ovviamente si parla dei contratti stipulati antecedentemente il mese di marzo
2020, purtroppo sono pregiudicati. Questo perché non c’è una storia pregressa
di una situazione come quella che stiamo vivendo. I vecchi contratti raramente
recano una clausola di salvaguardia, una clausola che presuppone un’eventuale
impossibilità sopravvenuta ad esercitare un’attività. In sostanza, le
cosiddette clausole di forza maggiore.
Prima di questa pandemia, tali
clausole non erano comuni. Di conseguenza, non c’è una vera e propria tutela
per i contratti stipulati ante-Covid. In questi casi, le parti si possono
incontrare e procedere con una mediazione, che porta ovviamente a un vantaggio
reciproco. Di fatto, qualche sentenza in cui è stata fatta valere la forza
maggiore c’è stata, ma ce ne sono state tante altre che hanno rigettato le
richieste, affermando che gli interventi statali hanno comunque permesso di
riequilibrare un po’ la situazione.
Per i vecchi contratti, dunque,
l’unica possibilità è quella di trovare un accordo con il proprietario e
cercare di superare questo periodo. Per i nuovi contratti, invece, è possibile
introdurre una specifica clausola.
Per il
commerciale, invece, che succede?
Bisogna innanzitutto ricordare
che i contratti commerciali hanno una durata superiore rispetto ai contratti
abitativi, sono minimo 6+6. Ci sono inoltre interessi economici ben più
elevati. Per i contratti di locazione commerciale è necessario quindi prevedere
una clausola ad hoc, che però deve essere modulata in base al caso concreto,
quindi in base all’attività e alle ipotetiche ripercussioni che possono
scaturire da un’eventuale chiusura.
L’esempio classico è quello del
ristorante. Chi oggi ha un’attività di ristorazione e deve locare un fondo
commerciale per aprire questo tipo di attività deve pensarci bene e soprattutto
deve per forza inserire nel contratto di locazione una clausola di forza
maggiore, che preveda ad esempio la possibilità di rinegoziare il contratto nel
momento in cui si verifichi una chiusura totale. I Dpcm creano delle situazioni
differenti, quindi l’ideale è modulare nel contratto le diverse soluzioni in
base alle ipotetiche circostanze e ai rischi dell’attività.
Ad
oggi, per locatore e conduttore, sia per l’affitto abitativo che per quello
commerciale, inserire una clausola di questo tipo nei contratti di locazione è
fondamentale?
Inserire una clausola di questo
tipo all’interno del contratto di locazione è fondamentale, altrimenti - in
particolare nel commerciale - non si locano più immobili ed è ovviamente
interesse dei proprietari far sì che l’immobile venga preso in locazione. Ecco
perché attualmente queste clausole sono molto utilizzate.
Bisogna tenere presente che nel
civile l’accordo tra le parti la fa da padrone. Quindi anche nei contratti in
corso, se il conduttore fa presente alla proprietà di aver subito una riduzione
del fatturato tale da non poter portare avanti la propria attività e quindi di
lì a poco ci sarà un’adempienza, la volontà delle parti è sopra qualsiasi cosa.
Nel civile, si può sempre, in qualsiasi momento, sedersi a tavolino, prendere
il contratto in essere e fare una modifica, rinegoziarlo, chiuderlo e aprirne
un altro. La volontà delle parti prima di tutto.
Tuttavia, oggi inserire nel
contratto di locazione una clausola di salvaguardia è indispensabile, perché
dopo quello che è accaduto nessuno si fida più. Purtroppo, la pandemia ha
creato un precedente che nessuno dimenticherà.
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